In un grande momento per il vertice, è importante osservare le seconde linee e capire chi spinge alle spalle dei nostri Magici 10 (gli attuali top-100 azzurri). Uno dei primi rincalzi, sia per qualità per ragioni anagrafiche, è Gian Marco Moroni. Il romano ha compiuto 23 anni a febbraio ed è l’unico azzurro nel seeding all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (44.820€, terra battuta). L’esordio è stato decisamente positivo, un rapido 6-2 6-3 contro Viktor Galovic. “Un po’ più facile del previsto, considerando che Viktor gioca molto bene e ha un gran servizio. A parte il punteggio, tuttavia, è stata una bella lotta”. Moroni si è presentato a Milano da numero 257 ATP, dopo che lo scorso agosto era stato a ridosso dei primi 200. La pandemia ha complicato le cose, fino a convincerlo a tornare in Italia. “Nel 2021 mi sarei aspettato qualcosa di più – dice Moroni – però vengo da importanti cambiamenti, sto cambiando tante cose nel mio gioco e l’assestamento non è stato facile. Avrei voluto metabolizzare tutto più velocemente, ma sapevo a cosa sarei andato incontro. Per fortuna adesso ho trovato continuità: nella seconda parte della stagione posso fare ottime cose, a patto di mantenerla”. Tifoso di Rafa Nadal, ma con uno stile di gioco che ricorda vagamente quello di Dominic Thiem, da ragazzo aveva grandi ambizioni. Quando gli chiediamo quali possono essere gli obiettivi realistici dopo aver vissuto qualche anno nel circuito, preferisce non precludersi nulla. “Credo che tutto sia possibile, non mi piace pensare che qualcosa si possa fare e qualcos’altro no – dice Moroni – basti pensare a Karatsev, che quest’anno è improvvisamente diventato un top-player. Io cerco di dare il massimo ogni volta e fare le cose nel miglior modo possibile. Ho diverse qualità: gioco, fisico, testa… Posso ottenere grandi cose e preferisco non pormi limiti”.
Nuovo corso a foligno
Per perseguire i suoi obiettivi, ha scelto di tornare in Italia dopo qualche anno a Madrid, laddove aveva raggiunto la sorella. “Sono ancora innamorato della Spagna, ma le problematiche legate al virus hanno creato qualche dubbio – racconta – ero un po’ in rottura con il coach precedente Oscar Burrieza, e non è stata una separazione facile: avevamo un legame importante sia sul piano tennistico che umano. Dopo di lui, ho faticato a fidarmi al 100% di un altro coach. Ho provato per un periodo con Francesco Aldi, a Roma, ma per un romano è molto complicato allenarsi nella propria città. Adesso ho trovato la soluzione giusta alla Tennis Training School di Foligno: c’è un ottimo equilibrio, a partire dal rapporto con i coach Fabio Gorietti e Federico Torresi”. Moroni è seguito prevalentemente da Torresi, ma all’ASPRIA Harbour Club c’è Gorietti. “E poi ci sono anche i miei genitori, mi sto trovando davvero bene. Più in generale, mi trovo benissimo con tutto lo staff di Foligno”. Passato professionista nel 2018, Moroni ha vinto un solo titolo in carriera, un Futures in Spagna. E se tornare a sollevare un trofeo potesse rappresentare una svolta? “Penso di sì, anche perché non ho mai vinto parecchi tornei, nemmeno da junior. Ho avuto un percorso travagliato, tra infortuni (il primo a 9 anni) e cambi di allenatori e progetti. Questo mi ha tolto continuità, impedendomi di ottenere certi risultati. Personalmente credo di avere il livello per vincere anche 5-6 tornei all’anno, ma mi è mancata la continuità nel giocare tante partite in un certo modo. Ma va bene così, mi sono meritato quello che ho avuto fino a oggi: so che posso fare di più, a patto di mantenere la dovuta continuità”. Proverà a trovarla a Milano contro Orlando Luz. Il brasiliano è suo coetaneo, e viene da un ottimo periodo: ha appena vinto un titolo in doppio e ha già vinto tre match all’ASPRIA Harbour Club. “Mi aspetto una bella lotta: con lui ha vinto l’unico match tra i professionisti, ma ci ho giocato una volta al Roland Garros junior e mi aveva massacrato alla distanza… nel terzo set ero davvero morto! Sarà battaglia, ma sono pronto ad affrontarla”.
Passa Zeppieri, KO Bracaccio, Arnaboldi, Vanni e Bonadio
La giornata milanese ha regalato un’altra soddisfazione agli appassionati italiani, col terzo successo consecutivo di Giulio Zeppieri. Dopo aver superato le qualificazioni, ha raggiunto gli ottavi battendo Teymuraz Gabashvili col punteggio di 6-1 7-6. “Sto effettuando un importante processo di maturazione” ha detto Zeppieri, bravo a chiudere in due set dopo aver rischiato qualcosa nel secondo (si è fatto rimontare da 5-3 a 5-5). Zeppieri ha giocato un tie-break impeccabile e conferma una crescita mentale parsa già evidente nei turni precedenti. Per centrare un posto nei quarti se la vedrà con il francese Hugo Grenier. Il resto della giornata ha raccontato le sconfitte di Andrea Arnaboldi, Raul Brancaccio e Luca Vanni. Peccato per Arnaboldi: contro il francese Tristan Lamasine (accompagnato a Milano dall’ex top-100 Stephane Robert) è stato a due punti dal match: sul 5-4 al terzo set, si è trovato 0-30 sul servizio di Lamasine. Si è imposto il francese col punteggio di 3-6 6-1 7-5 ed è un peccato, perché Arnaboldi era riuscito a mandarlo in confusione con il suo tennis denso di variazioni. Sul Grandstand, Brancaccio ha commesso qualche errore di troppo contro il pedalatore argentino Pedro Cachin (è finita 7-5 6-3), mentre il convalescente Luca Vanni ha fatto il possibile contro il ceco Jiri Lehecka, ma si è riuscito a prolungare il match al terzo. A 36 anni ha bisogno di ancora un po’ di tempo per ritrovare la giusta forma. Per fortuna, la motivazione sembra essere intatta. Tra gli altri match di giornata, si segnala il successo del giovanissimo Holger Rune (n.2 del tabellone). Il danese, ex n.1 junior, ha incontrato più difficoltà del previsto per battere il coriaceo Tung-Lin Wu. Adesso è atteso da un affascinante scontro generazionale contro Malek Jaziri. Nell’ultimo match di giornata, esordio vincente per la prima testa di serie, l’argentino Federico Coria. Il n.89 ATP non ha lasciato molto spazio a Riccardo Bonadio, che pure sta attraversando un discreto periodo di forma. Coria si è imposto con un doppio 6-2 e ha confermato – alla prova del campo – lo status di favorito del torneo.
ASPRIA TENNIS CUP – Trofeo BCS (44.820€, terra battuta)
Primo Turno Singolare
Pedro Cachin (ARG) b. Raul Brancaccio (ITA) 7-5 6-3
Duje Ajdukovic (CRO) b. Julian Lenz (GER) 6-1 6-2
Tristane Lamasine (FRA) b. Andrea Arnaboldi (ITA) 3-6 6-1 7-5
Gian Marco Moroni (ITA) b. Viktor Galovic (CRO) 6-2 6-3
Giulio Zeppieri (ITA) b. Teymuraz Gabashvili (RUS) 6-1 7-6(4)
Jiri Lehecka (CZE) b. Luca Vanni (ITA) 6-3 7-6(5)
Orlando Luz (BRA) b. Nino Serdarusic (CRO) 7-6(5) 4-6 7-5
Holger Rune (DAN) b. Tung-Lin Wu (TPE) 7-6(4) 7-5
Gastao Elias (POR) b. Jonas Forejtek (CZE) 6-4 6-2
Manuel Guinard (FRA) b. Adrian Menendez Maceiras (SPA) 4-6 7-6(7) 6-1
Federico Coria (ARG) b. Riccardo Bonadio (ITA) 6-2 6-2
Mirza Basic (BIH) b. Vit Kopriva (CZE) 6-3 7-5
Primo Turno Doppio
Francesco Passaro / Luca Vanni (ITA-ITA) b. Filippo Carpi / Leonardo Giuberti (ITA-ITA) 6-0 6-2
Fernando Romboli / Max Schnur (BRA-USA) b. Karol Drzewiecki / Sergio Martos Gornes (POL-SPA) 6-4 7-6(4)
Dustin Brown / Tristan-Samuel Weissborn (GER-AUT) b. Luis David Martinez / Rafael Matos (VEN-BRA) 4-6 6-4 10-8