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Francesco Passaro anticipa pioggia e vento

Con un’altra grande prestazione, Francesco Passaro si prende la semifinale all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS. “In questo periodo sta andando tutto bene, lo devo sfruttare”. L’obiettivo di emulare il 2017 di Berrettini. Troverà Marozsan, che ha interrotto la corsa di Matteo Gigante in un match interrotto per pioggia e tromba d’aria.

Il dato statistico glielo abbiamo mostrato, più per scherzare che per altro. Con un sorriso, e senza perdere umiltà, Francesco Passaro ha accolto la sfida. Battendo Viktor Durasovic nei quarti dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (45.730€, terra) ha intascato la vittoria numero 13 in stagione nel circuito Challenger (sono 16 considerando anche le qualificazioni). E il 2022 è l’anno in cui ne compie 21. Esattamente come Matteo Berrettini nel 2017, che quell’anno partì da numero 700 ATP e chiuse intorno alla 130esima posizione. Per riuscirci, vinse 35 partite nei tornei di questo livello. “Beh, sì, potrei prenderlo come fonte di ispirazione – ha detto Passaro al termine di una prestazione sontuosa, un 6-1 6-1 senza storia – di certo adesso sto giocando bene, sono stabile nel circuito Challenger, lo sento e l’ho dimostrato sul campo. Il dato di Berrettini? Beh, io proverò a superarlo. Magari ce la faccio, non si sa mai”. Intanto ha conquistato la terza semifinale in stagione, dopo quelle a San Remo e Forlì. E in entrambe le occasioni si era spinto in finale. “La partita di oggi è sembrata facile, ma è stato così perché io ho giocato molto bene – continua Passaro – ho risposto con grande aggressività e ho fatto partire quasi sempre lo scambio, anche se lui ha messo una buona percentuale di prime palle. Ero molto determinato, tenevo molto a vincere e in questo periodo sta andando tutto bene. Allora sto cercando di sfruttare il momento ogni volta che scendo in campo, in allenamento e in partita, provando a migliorare qualcosa”.

AFFRONTARE I PIÙ FORTI

A proposito di miglioramenti, sui campi rossi dell’ASPRIA Harbour Club lo abbiamo visto giocare parecchi rovesci in slice, con “il taglio sotto la palla” come diceva il compianto Gianni Clerici. “Vero, col mio coach ci stiamo lavorando e in particolare in questa settimana sto cercando di usare questo colpo in modo intelligente, non tanto per giocarlo. Ritengo che sia un’arma in grado di aiutarmi, in modo da piazzarmi per giocare un bel dritto nel colpo successivo. Ci stiamo impegnando molto e sta funzionando bene anche in partita”. In effetti, di Passaro sorprende la capacità di aggiungere sempre un tassello al suo tennis e la rapidità con cui si è impadronito del livello (alto) dei tornei Challenger. E allora è già lecito domandarsi quanto gli manchi per mettere il naso nel circuito maggiore. Lo scorso maggio ha potuto farlo agli Internazionali BNL d’Italia, nei quali si è conquistato una wild card grazie alla vittoria nelle pre-qualificazioni. Ha perso 6-3 6-2 contro Cristian Garin, top-50 stabile, che peraltro sarà il primo avversario di Berrettini a Wimbledon. “Onestamente non ho avvertito troppa differenza – racconta il perugino – a quei livelli conta la gestione dei momenti importanti e giocare tutti i punti nel modo giusto, magari evitando di fare confusione, cambiando spesso tattica. Bisogna scegliere uno schema, possibilmente quello che riesce meglio, e portarlo avanti. Alla lunga, è la strategia che porta più punti. Comunque contro Garin è stata un po’ una partita a sé. Parlandone con il mio coach, abbiamo concluso che se si fosse giocata in un altro torneo, magari in un Challenger, l’avrei affrontata in modo diverso. C’erano un po’ di emozione e agitazione”. Normale, per un ragazzo che non aveva mai giocato un torneo così importante. Ma se va avanti così, il circuito maggiore dovrebbe diventare il suo habitat naturale in tempi piuttosto brevi.

LA PIOGGIA NON AIUTA MATTEO GIGANTE

Il prossimo step per arrivarci sarà la semifinale contro Fabian Marozsan, 22enne ungherese che con l’Italia sembra avere un rapporto speciale. Quella a Milano e la sua seconda semifinale in carriera nel circuito Challenger: la prima risale allo scorso novembre, a Bergamo, e anche allora partì dalle qualificazioni. In quel caso era partito addirittura da alternate ed era da solo, mentre stavolta è accompagnato da un coach. Imponendosi 7-6 6-2 su Matteo Gigante, ha evitato il baby-derby italiano in semifinale. Il match è stato interrotto per oltre un’ora a causa di un improvviso acquazzone, con tanto di tromba d’aria, che ha rispedito tutti negli spogliatoi sul punteggio di 7-6 2-1. Al rientro, Gigante non aveva ancora smaltito le scorie nervose di un primo set perso un po’ così. Era partito meglio, portandosi avanti di un break, poi si è fatto riprendere ma ha tenuto fino al tie-break. A quel punto, sotto 5-2, aveva rimontato fino al 5-5 (fantastico il passantino stretto di rovescio che gli aveva dato la parità), ma poi ha perso gli ultimi due punti e si è molto innervosito. Si pensava che lo stop per pioggia potesse aiutarlo ma così non è stato, nonostante il sostegno in tribuna dello stesso Passaro, che si augurava di affrontarlo in semifinale. Marozsan ha tutto per diventare un giocatore da circuito maggiore: fisico, colpi (meglio il rovescio) e anche un ordine tattico accettabile. Senza particolari aiuti, quest’anno ha giocato le qualificazioni in diversi Challenger, superandole per cinque volte. Tanta tenacia sta pagando, e per Passaro non sarà certo un avversario facile.

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