Con quel cognome lì, è fin troppo facile fare giochi di parole nel titolo. Per una volta è lecito caderci, perché l’impresa di Matteo Gigante nel match-clou di giornata è stata davvero notevole. Il romano, classe 2002, ha raccolto il successo più prestigioso in carriera battendo in due set l’ex semifinalista del Roland Garros Marco Cecchinato. Un 7-6 6-1 che trova la sua chiave nell’andamento del primo set, in cui Cecchinato è sempre stato avanti (2-0, 4-1, 5-2, poi anche 2-1 nel tie-break), ma non è riuscito a portarlo a casa. Sono tornati i segnali di scarsa fiducia evidenziati negli ultimi mesi, che sembravano essere stati allontanati dalla buona semifinale a Parma. E in questi giorni si era visto un Ceck rilassato e sorridente, stato d’animo ideale. Prima del match aveva anche ricevuto la visita di Mauro Tavola, direttore vendite del Milan, che gli aveva donato la maglia celebrativa dello scudetto vinto qualche settimana fa, premio alla sua grande fede rossonera. Non è bastato contro un Gigante super-motivato e molto attento tatticamente: con il suo dritto mancino a uscire ha spesso trovato il rovescio di Cecchinato, e per lui è stata una buona base per essere aggressivo e comandare lo scambio. Le variazioni e l’eleganza del palermitano avevano disinnescato la strategia di Gigante, ma gli è mancato quel qualcosina in più per vincere il primo set. Lo avesse portato a casa, sarebbe stata una partita diversa. Nel secondo set, dopo aver mancato una palla break in avvio, ha incassato un duro parziale di 16 punti a 1 che ha indirizzato il match a favore di Gigante, che adesso se la vedrà con il qualificato ungherese Fabian Marozsan, emerso nella parte di tabellone lasciata sguarnita da Benoit Paire. Per Gigante è il quarto piazzamento nei quarti in appena due mesi: ormai è una realtà a questo livelli, e la sua carriera è appena iniziata.
PASSARO FA IL SUO DOVERE: CHE SFIDA CON DURASOVIC
Stesso discorso per Francesco Passaro, i cuoi progressi in classifica sono simili a quelli di Gigante, ma ancora più fragorosi. A Milano sta confermando il rendimento che gli ha permesso di entrare a gamba tesa nel circuito Challenger. Il perugino ha onorato nel migliore dei modo la collocazione nel match delle 17, tenendo a debita distanza il canadese Alexis Galarneau, un battuto con un 6-1 6-3 piuttosto agevole. C’è stata lotta solo nel finale: sul 2-2 nel secondo, Passaro aveva preso il largo fino al 5-2 e servizio. Lì c’è stata la reazione di Galarneau, che nel penultimo game ha trovato l’unico break della sua partita. Passaro non ha fatto una piega e nel gioco successivo ha scippato il servizio al canadese per la quinta volta, chiudendo prima dello scoccare dell’ora e mezza di gioco. Molto esuberante sul piano atletico, Passaro ha anche mostrato un rovescio in slice decisamente ben giocato, soluzione tecnica che gli tornerà utile anche sul lungo termine. In virtù di quanto visto in questi giorni, il match contro Durasovic promette spettacolo e intensità. Venerdì si parte alle 11 e tutti i match sul Campo Centrale saranno colorati d’azzurro: Coria-Darderi, Passaro-Durasovic e (non prima delle 14.30) Gigante-Marozsan. Sul Grandstand le semifinali del doppio e l’incontro tra Alexander Shevchenko e Shintaro Mochizuki.
ASPRIA TENNIS CUP – TROFEO BCS (45.730€, terra battuta)
Secondo Turno Singolare
Fabian Marozsan (UNG) b. Alexei Vatutin (RUS) 6-2 6-3
Viktor Durasovic (NOR) b. Raul Brancaccio (ITA) 4-6 6-1 6-3
Matteo Gigante (ITA) b. Marco Cecchinato (ITA) 7-6(3) 6-1
Francesco Passaro (ITA) b. Alexis Galarneau (CAN) 6-1 6-2
Quarti di Finale Doppio
Hidalgo / Rodriguez (ECU-COL) 6-4 b. Huey / Skugor (FIL-CRO) 4-6 6-3 10-7
Arneodo / Eysseric (MON-FRA) b. Arnaboldi / Ferrari (ITA-ITA) 4-6 6-3 10-5
Darderi / Romboli (ITA-BRA) b. Matuszewski / Paulson (POL-CZE) 4-6 6-2 10-8
Lomakin / Manafov (KAZ-UCR) b. Vatutin / Weissborn (RUS-AUT) 7-6(4) 7-6(2)